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"È paradossale ma lo straordinario incremento di informazioni e di immagini prodotto dai media ha reso più difficile insegnare architettura. Lo spropositato aumento della pubblicistica, la disponibilità dell'informazione tramite internet, la moltiplicazione dei programmi per rappresentare e progettare mentre accrescono moltissimo le possibilità di analisi e di soluzione dei problemi, lasciano per di più smarriti nelle scelte. L'incredibile quantità di immagini catturabili al solo sguardo navigando su internet e sfogliando la pletora di riviste cartacee e telematiche lascia storditi. Per orientarsi si rende necessaria un'attitudine critica assai forte, un continuo esercizio di distinzione. La facilità di accesso non incoraggia il soffermarsi a riflettere, analizzare, destrutturare per memorizzare. Un colpo d'occhio e si crede di aver archiviato l'immagine nella propria memoria con la convinzione che tornerà utile all'atto del progetto. L'esercizio della copia manuale costringeva a studiare la forma del soggetto rappresentato, a selezionare la gerarchia dei segni a ricostruire la struttura dell'immagine osservata. Oggi, inoltre, sono rari i casi in cui le immagini di questa o quell'architettura, di questo o quel brano di città o di paesaggio vengono analizzate a fondo, accompagnate dai disegni esplicativi necessari e quasi mai dalla descrizione dei processi che li hanno generati."